SAN LORENZO: un'osservatorio solare?



(Foto E. Calzolari)

La luce penetra attraverso il Quadrilithon, al tramonto del solstizio estivo.
(Foto E. Calzolari)

La perfezione dell'etno-archeoastronomia nel Caprione si ha nel sito di San Lorenzo, ove è stato rinvenuto un Quadrilithon, intendendosi con questo termine, di nuova coniazione, una struttura derivante dal completamento di un Trilithon (W. Bray & D. Trup, The Penguin Dictionary of Archeology: "a structure consisting of two upright stones with a third placed like a lintel across the space between them, as at Stonehenge..)
Al tramonto del solstizio estivo, la luce del sole penetra attraverso l'apertura del Quadrilithon (vedi foto sopra) generando così su una pietra fallica opposta al Quadrilithon, l’immagine di una “farfalla dorata” (il fenomeno luminoso appare dalle 20:15 alle 20:35, ora legale estiva).
 


La “farfalla” di luce dorata in formazione sulla pietra fallica, che risulta in ombra, opposta al Quadrilithon
(Foto E. Calzolari)

Marchio depositato ®

La farfalla dorata, simbolo di Rigenerazione dopo la Morte.

La farfalla è uno dei simboli che paiono più diffusi nelle culture dei popoli antichi. La si ritrova nei vasi, nelle brocche, negli amuleti, nelle statuette.
Nel suo famoso libro “Il Linguaggio della Dea” Marija Gimbutas presenta la farfalla che sorge da un bucranio come epifania della Dea Madre in veste di Dea della Rigenerazione, ed anche questa simbologia è ripresa da una pittura parietale di Çatal Hüyük, datata 6 500 a.C.. Essa presenta anche la farfalla abbinata a vortici che si ritrova in vasi della Ceramica Lineare dell’Europa centrale  (Boemia, 5 000 a.C.) mentre di un periodo più recente (Tardo Minoico) essa presenta la farfalla contornata da vesciche di pesce, decorata in una brocca proveniente dalla parte meridionale di Creta (1400 a.C.) e presenta una divinità metà a forma di donna e metà a forma di farfalla, dipinta in  un vaso dello stesso periodo.
A dimostrazione del collegamento misterioso della farfalla con la morte Marija Gimbutas cita i termini greco, germanico e slavo di mora - mara - morava che significano sia “incubo” sia farfalla.
Nella lingua greca il termine psyché significa egualmente “spirito”, “anima umana” e farfalla.
In Puglia le piccole farfalle bianche dette “palombelle”  vengono indicate come le “anime del Purgatorio” che trasmigrano (Romeo Frigiola, 1998, com.pers. in Laterza) ma la simbologia della “angelica farfalla”, che è stata immortalata da Dante nella Divina Commedia, si ritrova in ben più lontane culture.
In Messico si usa dipingere una farfalla di colore rosso sulla schiena dei morti, come viatico per l’al di là (Eve Ewing, 1999, com.pers.) mentre nel deserto di Sonora la farfalla è considerata alla stregua del nostro Angelo Custode (Roberto Chiari, 1999, com. pers.).
Anche per i Celti di Francia ed Irlanda le anime dei morti si tramutavano in farfalle (Cattabiani A., 1998).
E' interessante notare come la simbologia della farfalla e della "M" di Cassiopea è presente anche nel più antico alfabeto runico, fondato su rune con funzione letteraria, conosciuto come Elder Futhark; la "M" di Cassiopea è rappresentata dalla runa Ehwaz, con funzione di trasporto metafisico e potenza mentra la farfalla è definita dalla runa Dagaz che significa il “giorno”, la luce che torna dopo le tenebre. (http://www.tarahill.com).

Riportiamo di seguito una serie di significati attribuiti alla FARFALLA (da Hans Biedermann, 1996. DICCIONARIO DE SIMBOLOS. Edizioni Paidos - Barcelona, pagg. 295-296-297, Titolo originale Knaurs Lexicon der Symbole):


( from M. Gimbutas - 1990

Nel villaggio neolitico di  Passo di Corvo (Foggia) è stata scoperta una statuetta di terracotta (cm 6,5 x 2) datata 5 300 +/- 200 a.C. che rappresenta una figura femminile con gli occhi socchiusi, come in stato di coscienza alterato. 
Sul capo porta un berretto che sembra di derivazione caucasica, porta al collo una collana. Sotto entrambi i seni porta incisi il simbolo della costellazione Cassiopea ed il simbolo della farfalla. 
Le narici sono segnate da due piccoli fori e sotto di uno di essi si nota una traccia di pigmento rosso, segno del sangue che sgorga dalle narici dello sciamano in stato di trance. 
Passo di Corvo era il più grande villaggio del Neolitico europeo (Tinè S., 1983) ed in esso erano vissuti i temi sciamanici della farfalla e della costellazione-generatrice, temi che è logico pensare si siano diffusi anche nel resto della penisola italica. 

Elaborazione computerizzata della traiettoria del Sole che tramonta al solstizio estivo, applicata alle coordinate geografiche del sito di San Lorenzo (integrata da GUIDE 7.0, CD-ROM Star Chart, Project Pluto, 1998).
La serie dei “soli rossi” rappresenta il percorso attuale del Sole, dalle ore 20:15 (altezza +7.6° - azimuth 295.7°) momento in cui comincia a formarsi la farfalla, fino alle ore 20:35, quando il fenomeno cessa.
La serie dei “soli gialli” rappresenta il percorso del Sole nel 4 500 a.C. (data molto vicina alla statuetta di Passo di Corvo), quando esso aveva un’amplitudine occasa leggermente superiore. 
L’angolo era superiore di 1,1°, cioè il periodo di luce risultava leggermente più lungo, paragonabile all’ampiezza di due soli (l’ampiezza della figura del Sole è calcolata in 32’).
Le altezze sono perfettamente compatibili con il formarsi del fenomeno, che avveniva con un leggero ritardo rispetto ad oggi (+ 5 minuti).


 
 

(da http://astr17pi.difi.unipi.it/CAI/notiziar/2-97/P3.htm

Ci rendiamo conto di proporre una grande ed innovativa interpretazione, ma sulla presenza del culto della costellazione-generatrice Cassiopea in Lunigiana siamo confortati dal ritrovamento di una Cassiopea formata con coppelle presso Vergheto (etim.= verga, il bastone del pastore) sul Monte Sagro (dal latino sacro), sulle Alpi Apuane, 
Le cinque coppelle sono di misure diverse, decrescenti, quasi a voler rappresentare la diversa magnitudo delle cinque stelle che formano la costellazione di Cassiopea, visibili ad occhio nudo.

Quest'eccezionale coincidenza rafforza il legame fra la Lunigiana e la Daunia, consolidando le similitudini mostrate nella toponomastica e nella presenza di statue-stele femminili (Gimbutas M., 1990).

 


  INDIETRO